

Che cos'è Ritratti?
Ritratti oltre ad essere il nome del mio studio fotografico che si trova nella mia città, in realtà è il nome che ho dato al mio nuovo progetto
fotografico. Ho un'esperienza ventennale in ambito fotografico e dal 2017 dopo aver chiuso il mio primo studio fotografico non avevo più uno spazio fisico dove poter esprimere la mia creatività; quindi circa due anni fa, recuperando energie, dovevo decidere con quale piede ripartire. Mi sono resa conto che mancava qualcosa. Riflettevo sul mio bisogno di raccontare le persone. Sono sempre stata affascinata dalla fotografia di ritratto ma non avevo mai approfondito questo linguaggio. Dopo essermi chiesta perché decidessi di viaggiare per raccontare le persone, mi chiesi anche per quale motivo non avessi mai scelto di raccontare le persone che incontravo tutti i giorni, le persone comuni, quelle più vicine a me. E da questa riflessione ho iniziato a documentarmi sulla fotografia di ritratto e sulla sua evoluzione, ma soprattutto sulla potenza che ha il linguaggio fotografico così alla portata di tutti e altresì pericoloso.
La riflessione più importante è stata quella rivolta al tema dell'immediatezza. Oggi siamo bombardati da milioni e milioni di immagini ed è tutto così immediato, non capiamo nemmeno più il vero motivo e la vera necessità che si cela dietro un'immagine. Tempo fa mi è capitato di leggere una intervista del famoso fotografo italiano Oliviero Toscani: "[...] la maggior parte dei fotografi realizza delle immagini senza capirne il senso, senza appunto capire quello che sta facendo." Condivido pienamente il suo pensiero e credo che sia dovuto al fatto che siamo (tutti non solo la categoria di fotografi) profondamente sopraffatti dalla necessità di apparire mostrando così agli altri ciò che in realtà non siamo, ma solo una immagine di noi stessi che appartiene ad un immaginario collettivo. Ahimè! Ho sempre detestato l'uso sbagliato dei social per questa ragione. Mi dissocio totalmente da ciò che determina che in fin dei conti viviamo in un contesto in cui riusciamo ad esistere solo ed esclusivamente attraverso l'approvazione degli altri, dimenticando la nostra autenticità!
In tutta questa confusione, in questo dirottamento emotivo, l'unico modo per cercare di ricomporre i pezzi a questo punto, per me è stato quello di andare a ritroso. Ho iniziato così a percorrere gli angoli più nascosti della casa dei miei genitori ed ho provato molta curiosità e tanto entusiasmo aprendo un cassetto che sapeva di antico: era pieno di fotografie "spaiate"! In questo cassetto, ho scoperto una fotografia di mio padre quando era molto piccolo, realizzata negli anni '50 in una vecchia bottega d'arte. Non l'avevo mai vista prima. Rimasi profondamente affascinata da quella fotografia.
Una volta per farsi fotografare, ci si recava nelle vecchie botteghe d'arte dei fotografi artigiani e mia nonna lo fece con mio padre per quella foto.
Farsi fotografare da un professionista l'ho sempre inteso come un atto di consapevolezza. Le persone si mettevano comode su uno sgabello davanti la persona che li avrebbe ritratti ed era in quel preciso momento che si concedevano del tempo in modo del tutto consapevole dando il giusto significato a quello che stavano per vivere: in cambio una foto vera! Una fotografia cartacea magari anche incorniciata: un' opera d'arte.
Ritratti ha a che fare con tutto questo e però non ha nulla a che vedere con le performance dei fotografi di questo tempo che sono solamente concentrati nel far apparire le proprie abilità professionali piuttosto che l'autenticità delle persone che hanno davanti il loro obiettivo. Tutto questo credo che sia dovuto inevitabilmente al peso di una società pienamente narcisistica.
​Personalmente preferisco tornare agli albori, quando la fotografia era intesa come atto autentico !
Come?
"Vivi l'esperiza del ritratto d'autore"
"Il ritratto non è altro che la testimonianza di un incontro" (Toni Thorimbert)
"Vivi l'esperienza del ritratto d'autore" è la parte più ambiziosa all'interno di Ritratti.
In realtà non è un vero e proprio shooting fotografico che ha bisogno di essere costruito e pensato al fine di essere realizzato.
"Vivi l'esperienza del ritratto" è lo slogan all'interno del progetto Ritratti, il mio progetto che punta senza presunzione a ridonare autenticità alla fotografia.
Farsi un ritratto, mettersi a nudo davanti ad un fotografo diventa un atto di consapevolezza. Il ritratto a questo punto viene concepito come uno scambio tra la persona che fotografa e il soggetto fotografato. Il risultato: un'immagine che rappresenterà solo ed esclusivamente ciò che è appena accaduto senza minimamente avere la presunzione di eludere lo spettatore, poiché il fine sarà quello di rispondere al proprio bisogno di essersi riconosciuti dentro una foto di se stessi.
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Nell'era dell'immediatezza ferma il tuo tempo. Vivi l'esperienza del ritratto fotografico come si faceva una volta nelle antiche botteghe d'arte.
Concediti solo 1h del tuo tempo e vivi l'incontro tra te e un fotografo professionista all'interno di un vero e proprio studio fotografico. Durante la sessione fotografica verrà realizzata una serie di fotografie. La tua foto preferita verrà stampata all'istante con tecnica Giclée su carta Fine Art e ti verrà consegnata su cornice artigianale fatta a mano.
Puoi vivere questa esperienza singolarmente, in coppia, in gruppo e con il tuo pet!
Che cos'è la stampa Giclée Fine Art
La tecnica di stampa Giclée per l'elevata qualità delle riproduzioni e la brillantezza dei colori, superiori alle tecniche di stampa tradizionali, è preferita da artisti, gallerie d'arte e musei di tutto il mondo.
Il termine “Giclée” è un neologismo francese coniato nel 1991 dal tipografo Jack Duganne di Nash Editions per indicare il primo processo di stampa digitale a getto d'inchiostro usato per la riproduzione di opere d'arte. Jack Doganne era alla ricerca di un termine che descrivesse i lavori dell’artista Diane Bartz riprodotti con la tecnologia ink-jet (getto d'inchiostro) a pigmenti. Tradotto, “giclée” significa “spruzzare” o “schizzare” e si riferisce al processo che una stampante a getto d’inchiostro usa per creare copie del pezzo originale.
Infatti, il sistema di stampa Giclée (che fa parte delle stampanti inkjet, cioè a getto d’inchiostro) consiste nel depositare il pigmento sotto forma di piccole gocce spruzzate sul supporto. Non tutte le stampe a getto d’inchiostro sono stampe Giclée. Una stampa può definirsi Gicléè solo se viene prodotta attraverso l'utilizzo di una stampante ink-jet che abbia almeno 7 testine di inchiostro, perché per la riproduzione di opere d'arte, è fondamentale che il processo di stampa riesca a riprodurre più sfumature di colore possibili.
Affinchè una stampa Giclée possa definirsi Fine Art è necessario e fondamentale che il supporto di destinazione cartaceo o cotone sia 100% naturale, quindi che sia stato creato evitando processi chimici e l'ausilio di acidi e sbiancanti.
Nello studio fotografico Ritratti, vengono realizzate stampe con tecnica Giclée Fine Art attraverso l'ausilio di plotter professionali Canon che effettuano stampe su supporti Hahnemühle e Canson.